venerdì 30 gennaio 2015

Pizza Napoletana secondo il Disciplinare Internazionale


Siamo intorno al 1600 a Napoli, dove l'ingegno è di casa da sempre, quando i napoletani avvertono l'esigenza di rendere più saporita ed appetibile la tradizionale schiacciata di pane. Cominciano a condirla, nella versione più povera, con aglio, strutto e sale grosso e nella versione più ricca, invece, con caciocavallo e basilico. 

In seguito sostituiscono lo strutto con l'olio di oliva. Ma il vero salto di qualità lo operano alla scoperta del pomodoro importato dal Perù dagli Spagnoli. E' da quel momento in poi che appare sulle tavole la pizza al pomodoro così come la conosciamo noi. Si devono aspettare due secoli , quindi il 1800, per l'unione tra pomodoro e mozzarella, anche se di fatto esistevano svariate varietà di pizza. 

Ma la vera svolta si è avuta nel 1889 con la visita a Napoli del Re Umberto I e della Regina Margherita, quando Raffaele Esposito, il più bravo pizzaiolo dell'epoca, realizza in onore dei sovrani tre pizze: la "Mastunicola" (strutto, formaggio e basilico), la "Marinara" (pomodoro, aglio, olio ed origano) e la "Tricolore" (pomodoro, mozzarella e basilico) .

La Regina Margherita apprezza a tal punto quest'ultima che ringrazia ed elogia per iscritto l'abile pizzaiolo. Raffaele Esposito, per contraccambiare, cambia nome alla pizza "Tricolore" e la chiama "Margherita".

Dopo il successo avuto a Napoli la vera pizza napoletana "espatria", dapprima in tutta Italia e poi nel resto del mondo.

Detto questo, siamo certi di sapere esattamente quali siano gli ingredienti, le dosi ed il procedimento per realizzare una vera pizza napoletana? Io sono sicura che non tutti lo sanno per davvero ed allora perché non seguire il


Ultima cosa...le acciughe, che vedete in foto, le ha aggiunte mio figlio, perché a lui piace così!





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